Reiventare il romanzo

di Stefania Persano – In quest’articolo, proviamo a dare una risposta – per quanto magmatica e peregrina – alle domande: che cosa si richiede oggi al romanzo? Come si può reinventarlo senza sterilizzarlo?
L’antropocene reclama sperimentazioni narrative che ibridino i generi, scompiglino i piani temporali, tessano garbugli di coscienze, facciano irrompere forze ambientali e soggettività non antropiche nella storia: in breve, che detronizzino l’individuo umano per liberare voci tradizionalmente occultate.
Tuttavia, in questo sparpagliamento si rischia la deriva postmoderna di un’inaccessibilità che spegne l’empatia.
Esaminiamo in particolare due opere, accomunate dall’incrocio tra immaginari fine-sovietico e post-apocalittico, che riescono ad aprire i confini del romanzo tradizionale, senza sacrificare il coinvolgimento emotivo sull’altare della sperimentalità.
Lotte visionarie. Sulla profezia

di Federico Battistutta – Che cos’è una visione? Cosa accade quando varchiamo le porte della percezione? Si tratta di un’esperienza inedita e imprevedibile o è, nonostante le apparenze, la reiterazione di convinzioni incistate nelle pieghe della coscienza? Con queste e con altre domande si misura il presente intervento, a partire dal confronto con le visioni presenti nel Libro di Ezechiele, il più eccessivo e trasgressivo dei profeti biblici. Non per compiere un esercizio di erudizione intellettuale, ma, al contrario, per interrogare proprio il bisogno di visione oggi, in un mondo prosaicamente appiattito su un presente sempre più triste e senza speranza.
Psichedelia e Neuropolitica

di Tommaso Gazzolo – L’articolo esplora il fascino persistente degli anni Sessanta, analizzando il rapporto tra liberazione dal lavoro, desiderio e capitalismo. Attraverso il pensiero di Marcuse e Fisher, si indaga come le potenzialità di quel decennio siano rimaste in parte inattuate, seppur ancora oggi rilevanti. Il ruolo della controcultura e della musica come espressione di una possibile trasformazione sociale si accompagna a una rilettura critica degli anni Sessanta, indagati come fonte di ispirazione per il presente.
La Cerva “inquietante”: Xka Pastora, Salvia divinorum

di Giovanni Illario Suffìa – In questo articolo viene ricostruita la complessa e, in parte, sotterranea storia dell’enigmatica Salvia divinorum, la Xka Pastora dei Mazatechi, nel significato simbolico e rituale nell’uso cerimoniale e nella storia dell’etnobotanica dei “rubios” occidentali che hanno studiato questa pianta. Il testo di Giovanni Illario Suffìa è stato originariamente presentato al convegno Piante e Popoli del 2021.
Corpi in estasi e pratiche politiche. Su S. Paolo

di Federico Battistutta – È possibile liberare Paolo di Tarso dalle impalcature retoriche che lo hanno puntellato per secoli e leggerlo come campo vivo di tensioni, tra ordine e sovversione, tra istituzione e profezia?
Voci in dialogo sulle orme di Animali si diventa

di Stefania Persano – In quest’analisi, il recente libro di Federica Timeto diventa spunto per riflessioni e confronti tra diverse voci che attraversano il fitto panorama dei femminismi, degli antispecismi e di altre contro-narrazioni; soprattutto, diventa una lente attraverso cui scrutare le molteplici relazioni tra diversi ambiti di critica all’oppressione egemonica. Seguendo il tracciato scavato da riflessioni, racconti e pratiche che problematizzano le facili categorizzazioni, si delinea la costruzione di un’epistemologia situata all’insegna dell’empatia.
Che cos’è la misticopolitica?

di Federico Battistutta – Introdurre un neologismo – in questo caso “misticopolitica” – vuol dire avventurarsi a scandagliare quell’arcipelago di pensieri e di pratiche oggi emergenti, alla ricerca di uno sfondamento di orizzonti oltre le consuete forme di rappresentazione e di mediazione presenti sia nel mondo della spiritualità che in quello della politica. Il presente articolo – già uscito sul periodico “Adista” nel 2021 e, in una nuova versione, in inglese sul sito nordamericano https://politicaltheology.com/ nel 2023 – viene ora riproposto rinnovato.
Ma gli sciamani volano davvero? E. de Martino e l’etnometapsichica

di Piero Coppo – Il limite resta: e forse è questo a essere insopportabile per una visione del mondo (una Weltanschauung che ha una intenzione «realizzante») che non riesce pensarsi limitata. Per questa ottusità e presunzione, per questa vera e propria malattia dell’Occidente, il lavoro onesto e aperto con l’alterità radicale può essere la cura che ci vuole. L’articolo è stato originariamente pubblicato in I Fogli di ORISS, 21/22, dicembre 2004.
Narcostoria

di Enrico Petrilli – Una controstoria degli oppiacei, in cui si intrecciano dispositivi di controllo e pratiche di resistenza, alla ricerca di una politica del piacere. Testo originariamente pubblicato su Prismo, nell’Ottobre del 2016.
Rock della perestrojka, requiem per un futuro perduto

di Stefania Persano – Nella seconda metà degli anni ‘80 esplose in Unione Sovietica una scena musicale i cui protagonisti esprimevano la loro opposizione a un sistema repressivo con canzoni-poesie a cavallo fra il rock e la tradizione cantautorale. In questi pezzi, in bilico tra denuncia del presente e nostalgia di un futuro impossibile, si può cogliere il lamento funebre della generazione che vide infrangersi il sogno di un’alternativa al giogo sovietico diversa dal capitalismo mondiale.