Teoria del sogno in Malesia

di Kilton Stewart

L’antropologo Kilton Stewart ci offre un affaccio sulla teoria dei sogni articolata in seno alla comunità malese dei Senoi, che l’autore visitò nel 1935. Il suo saggio è frutto di un’osservazione minuziosa delle interazioni fra i membri di quel singolare gruppo, nonché dello studio pluriennale (e dell’applicazione sperimentale) dei codici e delle interpretazioni che ne regolano i rapporti sociali. L’articolo, pubblicato nel 1951, è affiancato a un’introduzione all’omonimo album del compositore Jon Hassel, uscito nel 1981 e profondamente ispirato dal saggio di Stewart. I brani del disco – alla cui esecuzione partecipò Brian Eno – tentano di riprodurre il ritmo degli schizzi d’acqua e le altre sonorità suggestive (quasi ipnotiche) registrate nel corso di spedizioni antropologiche nella penisola malese.

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Se venissimo a sapere che un disco volante proveniente da un altro pianeta atterrò cento anni fa su Culangra, un picco isolato della Catena Montuosa Centrale della Penisola Malese, ci chiederemmo come fu costruita quella navicella spaziale e da che tipo di energia era alimentata, ma soprattutto vorremmo conoscere le persone che la pilotavano e la società da cui provenivano. Se giungevano da un mondo senza crimini, né guerre o conflitti distruttivi, e relativamente libero da disturbi mentali e fisici cronici, vorremmo conoscere i loro metodi di cura ed educativi e verificarne l’applicabilità presso gli abitanti della Terra. Se poi venissimo a sapere che l’equipaggio di questa astronave trovò una comunità di 12.000 persone isolata tra le montagne, le quali, benché pre-alfabetizzate, appresero a utilizzare i metodi di guarigione ed educazione della società da cui venivano quegli esploratori celesti e così a riprodurla, allora probabilmente saremmo persino più incuriositi da questi metodi psicologici e sociali per conquistare lo spazio interno all’individuo che dalla meccanica con cui l’astronave conquistava lo spazio esterno. 

Nel 1935, mentre partecipavo a una spedizione scientifica attraverso l’inesplorata foresta pluviale equatoriale della Catena Centrale sulla Penisola Malese, fui introdotto a una tribù isolata di abitanti della giungla che impiegava metodi psicologici e relazionali così sorprendenti che avrebbero potuto provenire da un altro pianeta. Questo popolo, i Senoi, viveva in lunghe abitazioni comuni, abilmente costruite in bambù, rattan e paglia e sollevate da terra su pali. La loro sussistenza dipendeva dall’agricoltura itinerante su terra asciutta, dalla caccia e dalla pesca. La loro lingua, in parte indonesiana e in parte non-kamiana, così come le loro caratteristiche fisiche, li accomuna ai popoli dell’Indonesia a sud e ovest e agli abitanti degli altopiani dell’Indocina e della Birmania.

Lo studio della loro organizzazione politica e sociale rivela che in origine l’autorità politica nelle loro comunità era nelle mani dei membri più anziani dei clan patrilineari, similmente alla struttura sociale Cinese e di altre parti del mondo. Tuttavia, oggi l’autorità principale in tutte le loro comunità è detenuta dai loro psicologi primitivi, che chiamano halak. L’unico titolo onorifico della società è quello di Tohat, equivalente al nostro concetto di medico, ma con un ruolo anche di educatore oltre che di guaritore. 

I Senoi sostengono di non aver avuto crimini violenti o conflitti intercomunitari negli ultimi due o tre secoli, grazie alle intuizioni e all’inventiva dei Tohat delle loro diverse comunità. Le tribù pedemontane che circondano la Catena Montuosa Centrale credono così fermamente nei poteri magici di questo gruppo di montagna che evitano di entrare nel loro territorio. Da quanto abbiamo appreso, i Senoi affermano che, grazie alla loro conoscenza psicologica degli estranei, sono facilmente in grado di spaventarli anche senza ricorrere alla magia nera, ma lasciano credere ai nomadi circostanti che potrebbero farlo in caso di invasione territoriale.

Questa paura della magia Senoi spiega perché, per lungo tempo, essi non abbiano dovuto combattere contro estranei. Tuttavia, l’assenza nella loro società di crimini violenti, conflitti armati e malattie mentali e fisiche può essere spiegata solo attraverso la presenza di istituzioni che promuovono un alto livello di integrazione psicologica e maturità emotiva, oltre che competenze sociali e atteggiamenti volti a favorire relazioni interpersonali creative piuttosto che distruttive. Essi sono forse il gruppo più democratico di cui si ha menzione nella letteratura antropologica. Nelle sfere familiari, economica e politica, la loro società si articola armoniosamente intorno ai principi del contratto, dell’accordo e del consenso democratico, senza bisogno di forze di polizia, carceri e ospedali psichiatrici per rafforzare gli accordi o per confinare chi non è in grado o non desidera conformarsi.

L’analisi della loro società suggerisce che abbiano raggiunto questo stadio elevato di cooperazione e integrazione sociale e fisica attraverso il sistema psicologico che hanno scoperto, inventato e sviluppato, i cui principi  rappresentano in qualche modo un equivalente del pensiero scientifico occidentale.

Fu il defunto H. D. Noone, etnologo del Governo degli Stati Federati Malesi, a farmi conoscere questo gruppo stupefacente. Egli conveniva con me sul fatto che essi avessero costruito un sistema di relazioni interpersonali tali da eguagliare, nel campo della psicologia, i nostri traguardi in settori quali la televisione e la fisica nucleare.  Dopo un anno di studio con loro come psicologo ricercatore, e un altro anno passato con Noone in Inghilterra per integrare le sue ricerche antropologiche con le mie scoperte, sono in grado di formulare i seguenti principi della psicologia Senoi. 

Trattandosi di un gruppo pre-alfabetizzato, i principi della sua psicologia sono semplici, facili da apprendere, comprendere e finanche impiegare. I miei quindici anni di sperimentazione dei principi Senoi mi hanno convinto che tutti gli uomini, indipendentemente dal loro livello di sviluppo culturale, possono trarre giovamento dal loro studio.

La psicologia Senoi si divide in due categorie. La prima si occupa dell’interpretazione dei sogni; la seconda dell’espressione dei sogni nella cosiddetta trance collaborativa o fantasticheria cooperativa. La fantasticheria cooperativa viene praticata a partire dall’adolescenza e serve ad avviare il bambino verso gli stati dell’età adulta. Dopo l’adolescenza, se trascorre molto tempo nello stato di trance, un Senoi è considerato uno specialista nella guarigione o nell’uso di poteri extrasensoriali.

L’interpretazione dei sogni, tuttavia, è padroneggiata da tutti i Senoi adulti in quanto prerogativa dell’educazione dei bambini. Il Senoi medio non investito di cariche religiose pratica regolarmente l’interpretazione psicoterapeutica dei sogni della sua famiglia e dei suoi amici, in quanto elemento dell’educazione e dei rapporti sociali quotidiani. La colazione in una casa Senoi è come una clinica dei sogni, con il padre e i fratelli maggiori che ascoltano e analizzano i sogni di tutti i bambini. Alla fine della clinica familiare la popolazione maschile si riunisce in consiglio, riportando, discutendo e analizzando i sogni dei bambini più grandi e di tutti gli uomini della comunità.

Sebbene i Senoi ovviamente non utilizzino il nostro sistema terminologico, la loro psicologia dell’interpretazione dei sogni potrebbe essere riassunta come segue: l’uomo crea nella propria mente, come parte del suo processo di adattamento, caratteristiche o immagini del mondo esterno. Alcune di queste caratteristiche o immagini sono in conflitto con se stesso e con gli altri, per cui, una volta interiorizzate, mettono l’uomo contro se stesso e i suoi simili. Nei sogni l’uomo ha il potere di vedere questi fatti della sua psiche nelle sembianze di elementi esterni, associati alle sue paure e rivolti sia contro di lui che contro le immagini interne che egli ha degli altri. Se l’individuo non riceve un aiuto sociale attraverso l’educazione e la terapia, queste immagini ostili, costruite a partire dalla normale ricettività dell’uomo al mondo esterno, si legano e si associano l’una all’altra in un modo da renderlo fisicamente, socialmente e psicologicamente anormale.

Se l’uomo resta senza aiuto, questi esseri onirici, che egli crea per riprodurre dentro di sé l’ambiente socio-fisico esterno, tendono a rimanere avversi come l’ambiente era avverso, o a dissociarsi dalla sua personalità principale e causare spossanti tensioni psichiche, organiche e muscolari. Con l’aiuto dell’interpretazione dei sogni, queste repliche psicologiche dell’ambiente sociale e fisico possono essere reindirizzate e riorganizzate in modo da tornare a essere utili alla personalità principale.

I Senoi ritengono che qualsiasi essere umano, con l’aiuto dei suoi simili, possa affrontare, dominare e utilizzare produttivamente tutti gli esseri e le forze dell’universo onirico. La loro esperienza li porta a credere che, se durante il giorno si collabora con propri i compagni, o se comunque ci si oppone ad essi con benevolenza, le loro immagini saranno collaborative nei sogni. Essi ritengono inoltre che ognuno dovrebbe essere padrone supremo del proprio universo onirico o spirituale, ma che al contempo possa chiedere e ricevere l’aiuto e la cooperazione di tutte le forze presenti. 

Per valutare questi principi di interpretazione dei sogni e di azione sociale, ho raccolto i sogni di bambini, adolescenti, adulti, giovani e anziani Senoi, e li ho confrontati con raccolte simili fatte in altre società che hanno diversi atteggiamenti sociali nei confronti del sogno e diversi metodi di interpretazione dei sogni. Attraverso questo ampio studio ho scoperto che il processo del sogno si è evoluto in modo diverso nelle varie società e che l’evoluzione del processo onirico sembra essere correlato alla capacità di adattamento e alla creatività individuale nelle varie società. Può essere interessante per il lettore esaminare in dettaglio i metodi di interpretazione dei sogni Senoi.

Il sogno ansiogeno e terrorizzante più semplice che ho trovato tra i Senoi è il sogno di cadere. Quando un bambino Senoi riferisce di aver sognato di cadere, l’adulto risponde entusiasta: “È un sogno meraviglioso, uno dei migliori sogni che un uomo possa fare. Dove sei atterrato e cosa hai scoperto?”. Fa lo stesso commento quando il bambino racconta di aver sognato di arrampicarsi, viaggiare, o librarsi in volo. Il bambino all’inizio risponde, come farebbe nella nostra società, che il sogno non gli è sembrato poi così meraviglioso, anzi che si è spaventato così tanto da svegliarsi prima di atterrare da qualche parte. 

“È stato un errore”, risponde l’adulto-autorità. “Tutto ciò che si fa in sogno ha uno scopo, al di là della tua comprensione mentre dormi. Devi rilassarti e divertirti quando cadi in sogno. Cadere è il modo più veloce per entrare in contatto con le forze del mondo degli spiriti: esse ti si schiudono davanti attraverso i sogni. Presto, quando sognerai di cadere, ricordati di ciò che ti ho detto e così, sognando, sentirai di star viaggiando verso l’origine della forza che ti ha fatto cadere.”

“Gli spiriti della caduta ti amano. Ti attirano nella loro terra e tu non devi far altro che rilassarti e restare addormentato per poterli incontrare. Quando li incontrerai, potresti essere spaventato dal loro potere terrificante, ma vai avanti. Quando pensi di morire in sogno, stai solo ricevendo i poteri di quell’altro mondo, cioè la tua stessa forza spirituale, che si è rivolta contro di te e che ora vuole diventare un tutt’uno con te, se la accetterai”.

La cosa sorprendente è che dopo un certo periodo di tempo, grazie a questo tipo di interazioni sociali, elogi o critiche, imperativi e consigli, il sogno che inizia con la paura di cadere si trasforma nella gioia di volare. Questo accade a tutti nella società Senoi. Ciò che prima era paura o ansia smisurata si trasforma in gioia o atto di volontà; la considerazione negativa delle forze che hanno causato la caduta del bambino in sogno diventa benevolenza verso gli abitanti del mondo onirico, perché egli si rilassa nel suo sogno e vive avventure piacevoli, anziché svegliarsi con la pelle umida e il cranio irritato.

I Senoi credono e insegnano che il sognatore – l’“io” del sogno – deve sempre avanzare e attaccare a denti stretti il pericolo, invocando le immagini oniriche dei suoi compagni se necessario, ma combattendo da solo fino al loro arrivo. I Senoi credono che nei brutti sogni i veri amici non attaccheranno mai il sognatore, né rifiuteranno di aiutarlo. Se un personaggio onirico che assomiglia a un amico è ostile o non collabora in sogno, allora è semplicemente travestito da amico.

Se il sognatore attacca e uccide il personaggio di un sogno ostile, l’essenza di questo spirito o personaggio del sogno si rivelerà sempre nella sua natura di servitore o alleato. I personaggi dei sogni sono cattivi solo finché li si teme e ci si allontana da loro, e continueranno a sembrare cattivi e spaventosi finché ci si rifiuta di affrontarli.

Secondo i Senoi, i sogni piacevoli, come il sogno di volare o i sogni erotici, dovrebbero andare avanti finché non arrivano a una risoluzione che, al risveglio, lasci il sognatore con qualche sorta di bellezza o di utilità per il gruppo. Per esempio, quando si sogna di volare si dovrebbe arrivare in qualche luogo dove incontrare degli esseri, sentire la loro musica, vedere i loro disegni, le loro danze, e apprendere le loro conoscenze utili. 

I sogni erotici dovrebbero sempre raggiungere l’orgasmo, quindi il sognatore dovrebbe richiedere al suo amante onirico una poesia, una canzone, una danza e delle conoscenze utili che trasmettano la bellezza del suo amante spirituale al proprio gruppo. Se ciò viene fatto, nessun uomo e nessuna donna onirici potranno portare via l’amore che appartiene agli esseri umani. Se il personaggio onirico che richiede di essere amato assomiglia a un fratello o a una sorella, con cui nella realtà l’amore sarebbe anormale o incestuoso, non bisogna temere di esprimere l’amore nel sogno, giacché questi esseri onirici non sono davvero il fratello o la sorella, ma hanno semplicemente scelto queste immagini tabù come travestimenti. Questi esseri onirici sono solo sfaccettature del proprio assetto spirituale o psichico mascherate da fratello o sorella, inutili finché non vengono reclamate o possedute attraverso la libera espressione dell’amore nell’universo onirico. 

Se il sognatore richiede e riceve dal suo partner un contributo che può esprimere al gruppo al risveglio, non può invece esprimere o ricevere troppo amore nei sogni. Nei sogni una vita erotica ricca indica il favore degli esseri dell’universo spirituale o emotivo. Se il sognatore ferisce le immagini oniriche dei suoi simili o rifiuta di cooperare con loro nei sogni, al risveglio dovrebbe fare di tutto per esprimere amicizia e collaborazione, poiché i personaggi dei sogni ostili possono usare solo l’immagine di persone verso le quali il sognatore stia esaurendo la sua benevolenza. Se l’immagine di un amico lo ferisce in sogno, l’amico deve essere avvisato del fatto, in modo che possa riparare la sua immagine onirica danneggiata o negativa mediante rapporti sociali amichevoli. 

Esaminiamo alcuni elementi dei processi sociali e psicologici coinvolti in questo tipo di interpretazione dei sogni.

In primo luogo, il bambino riceve il riconoscimento sociale e la stima per aver scoperto e messo in relazione quella che potrebbe essere definita una reazione psichica ansiogena. Questo è il primo passo, tra i Senoi, per convincere il bambino di poter essere accettato dalle autorità anche quando rivela il suo stato interiore.

In secondo luogo, si descrive come razionale il funzionamento della sua mente, anche quando sta dormendo. Per i Senoi è altrettanto ragionevole che un bambino regoli i suoi stati di tensione interna per sé stesso quanto lo è per un bambino occidentale fare i compiti per l’insegnante. 

In terzo luogo, l’interpretazione trasforma la forza che il bambino sente nel sogno in un potere che può controllare attraverso un processo di rilassamento e di impostazione mentale, una forza che è sua non appena riesce a impossessarsene e impara a dirigerla.

In quarto luogo, l’educazione Senoi indica che l’ansia, oltre a essere importante di per sé, blocca la libertà espressiva del pensiero immaginativo e la creatività a cui i sogni potrebbero altrimenti dare origine.

Quinto, si stabilisce il principio secondo cui il bambino deve prendere decisioni e arrivare a soluzioni sia con il pensiero notturno che con quello diurno. Egli deve assumere un atteggiamento responsabile nei confronti di tutte le sue reazioni e forze psichiche.

In sesto luogo, si fa capire al bambino che egli può controllare meglio le sue reazioni psichiche esprimendole e riflettendo su di esse anziché nascondendole e reprimendole.

Settimo, si conduce il bambino Senoi verso un modo di pensare, destinato a rafforzarsi e svilupparsi per il resto della sua vita, originante dal presupposto che un essere umano che ha benevolenza verso i suoi simili, e comunica loro le sue reazioni psichiche per sottoporle al loro vaglio, è in controllo perfetto di tutte le forze individuali del mondo spirituale-soggettivo.

L’uomo a volte scopre il suo io più profondo e rivela il suo più grande potere creativo quando i suoi processi psichici sono più liberi dall’immediato coinvolgimento con l’ambiente e maggiormente sotto il controllo del suo equilibrio o del potere omeostatico che gli è connaturato. Lo stato di maggiore libertà psichica si verifica durante il sonno. L’accettazione sociale del sogno costituirebbe, pertanto, la più profonda accettazione possibile dell’individuo.

Tra i Senoi si è benevoli verso gli altri perché tutti incoraggiano, direttamente o indirettamente, il libero esercizio e la libera espressione di ciò che è in sostanza il sé attraverso l’accettazione del processo onirico. Allo stesso tempo, al bambino viene detto che deve rifiutare di venire a patti con gli abitanti del mondo onirico a meno che questi non gli diano un qualche contributo socialmente significativo e costruttivo, secondo quanto determinato dal consesso sociale. In questo modo il bambino è accompagnato nella riorganizzazione dei suoi sogni, affinché la sua aggressività da adulto sia resa socialmente costruttiva. 

Tra i Senoi l’autorità dice al bambino che ogni sogno e ogni carattere è reale e importante e in sostanza permanente, che può e deve essere affrontato, sottomesso e costretto a dare un contributo socialmente significativo, e in effetti la saggezza del corpo operante nel sonno sembra riorganizzare l’esperienza accumulata dal bambino. In tal modo, la tendenza naturale del sistema nervoso superiore a perpetuare le esperienze spiacevoli viene prima neutralizzata e poi invertita.

Potremmo chiamare questo semplice tipo di interpretazione analisi dei sogni. Essa dice al bambino che c’è un contenuto manifesto del sogno – la radice su cui ha sbattuto il dito del piede, o il fuoco che lo ha bruciato, o l’individuo che lo ha disciplinato. Ma c’è anche un contenuto latente del sogno, una forza potenzialmente utile, ma che lo tormenterà finché non ne supererà il contenuto manifesto in un sogno futuro e lo persuaderà, oppure lo costringerà, a dare un contributo che, dopo il risveglio, sarà giudicato utile o bello dal gruppo.

Potremmo chiamare questo tipo di interpretazione suggestione. Nel sogno, la tendenza a perpetuare l’immagine negativa di un male personificato è neutralizzata da un’analoga tendenza a perpetuare l’immagine positiva di un’autorità sociale empatica. In questo modo l’esperienza sociale sostiene la saggezza organizzativa del corpo nel sogno, facendo sì che il sognatore non tema l’immagine negativa e gli stati di tensione dolorosa che l’accompagnano, e in seguito permettendogli di rompere quello stato di tensione e di trasmutare l’energia accumulata dall’ansia in una poesia, una canzone, una danza, un nuovo tipo di trappola o un altro prodotto creativo, che un individuo o l’intero gruppo sottoporrà a vaglio il giorno dopo.

Il seguente ulteriore esempio tratto dai Senoi mostrerà come funziona questo processo.

Un bambino sogna di essere aggredito da un amico e, al risveglio, suo padre gli consiglia di informare l’amico di questo fatto. Il padre dell’amico dice al figlio che forse egli ha offeso il sognatore senza volerlo e ha permesso a un personaggio maligno di usare la sua immagine, in sogno, come travestimento. Per questo motivo, dovrebbe fare un regalo al sognatore e fare di tutto per essere amichevole nei suoi confronti, per evitare che qualcosa di simile accada in futuro.

L’aggressività che si accumula intorno all’immagine dell’amico nella mente del sognatore diventa così la base di uno scambio amichevole. Inoltre, al sognatore viene detto, nei sogni futuri, di reagire e sconfiggere qualsiasi personaggio che usi l’immagine dell’amico come travestimento.

Un altro esempio di tensione – stavolta meno immediata – che il sognatore vive in relazione a un’altra persona viene gestito altrettanto sapientemente. Il sognatore racconta di aver visto in sogno una tigre attaccare un altro ragazzo della casa. Anche in questo caso, gli viene consigliato di riferire il sogno al ragazzo, descrivere il luogo dell’attacco e, se possibile, mostrarglielo affinché quest’ultimo possa stare in guardia e, nei sogni futuri, affrontare e uccidere la tigre prima che questa riesca ad attaccarlo. I genitori del ragazzo sognato, ancora una volta, suggeriscono al bambino di fare un regalo al sognatore e di considerarlo un amico speciale.

Nell’educazione al sogno dei Senoi, anche la tendenza alla fantasia improduttiva viene affrontata in modo efficace. Se il bambino riferisce di aver sognato di fluttuare o di aver sognato di trovare del cibo, gli viene detto di trovare del cibo, o che nel prossimo sogno dovrà fluttuare da qualche parte e trovare qualcosa di prezioso per i suoi compagni, o che deve condividere il cibo che sta mangiando. Se sogna di aggredire qualcuno, deve scusarsi con lui, condividere con lui una prelibatezza o costruirgli un qualche giocattolo. Quindi, prima che l’aggressività, l’egoismo e la gelosia possano influenzare il comportamento sociale, è necessario che le tensioni espresse nello stato onirico, naturalmente  permissivo, diventino il fulcro dell’azione sociale: in questa esse vengono scaricate senza essere distruttive.

I miei dati sulla vita onirica dei Senoi di varie fasce d’età indicano che il sogno può diventare il tipo più profondo di pensiero creativo. Osservando la vita dei Senoi, mi è venuto in mente che la civiltà moderna potrebbe essere malata perché le persone hanno eliminato, o non sono riuscite a sviluppare, la metà della loro capacità di pensare – forse la metà più importante. Certamente i Senoi patiscono poco il confronto intellettuale con noi. Hanno la nostra stessa capacità di pensiero logico da svegli, tenuto conto dei diversi fattori ambientali, mentre la nostra capacità di risolvere i problemi in sogno è inferiore alla loro.

Nell’adulto Senoi un sogno può iniziare con un problema che da svegli non ha trovato soluzione, un incidente o una disfatta sociale. Un giovane porta dei semi di zucca selvatica e li condivide con il suo gruppo. Essi hanno un effetto  purgante e fanno venire a tutti la diarrea. Il giovane si sente in colpa, si vergogna e sospetta che siano velenosi. Quella notte fa un sogno: gli appare lo spirito dei semi di zucca, gli fa vomitare i semi e gli spiega che essi sono validi solo come medicina, quando una persona è malata. Poi lo spirito dei semi di zucca gli dà una canzone e gli insegna una danza che potrà mostrare al suo gruppo al risveglio, ottenendo così riconoscimento e riconquistando la propria autostima.

Oppure, un albero che cade e ferisce un uomo gli appare in sogno per togliergli il dolore e gli spiega che vuole fare amicizia con lui; quindi lo spirito dell’albero gli dà un ritmo nuovo e sconosciuto da suonare sui suoi tamburi. Oppure, l’amante abbandonato viene visitato in sogno dalla donna che l’ha rifiutato, la quale gli spiega che, da sveglia, è malata e non si sente alla sua altezza e, come segno del suo vero sentimento, gli regala una poesia.

La capacità dei Senoi di pensare durante il sonno non si limita a queste semplici situazioni sociali e ambientali. I trasportatori del nostro equipaggiamento a un certo punto si stancarono delle condizioni di lavoro molto difficili e si prepararono a disertare. Il loro capo, uno sciamano Senoi, fece un sogno in cui veniva visitato dallo spirito di alcune scatole vuote. Il canto e la musica che gli diede questo personaggio onirico ispirarono a tal punto i trasportatori, e la danza da lui diretta li rilassò e li calmò così tanto, che a loro dire le scatole persero il loro peso ed essi conclusero la spedizione con grande entusiasmo.

Anche questa soluzione di una situazione sociale difficile, in cui peraltro erano coinvolte persone esterne al gruppo del sognatore, è banale se paragonata alle soluzioni oniriche che si verificano adesso che il territorio dei Senoi si è aperto ai contatti con altre culture.

A Jelong, Datu Bintung  fece un sogno che riuscì ad abbattere le principali barriere sociali sull’abbigliamento e le abitudini alimentari che dividevano il suo gruppo e le colonie Cinesi e Maomettane circostanti. Questo avvenne soprattutto attraverso una danza prescritta dal sogno: solo quanti eseguivano la danza avrebbero dovuto cambiare le loro abitudini alimentari e indossare il nuovo abbigliamento, ma la danza era così bella che quasi tutti i Senoi lungo il confine scelsero di eseguirla. In questo modo, il sogno creò un cambiamento sociale in modo democratico. 

Un’altra caratteristica del sogno di Datu Bintung riguardava lo status cerimoniale delle donne e le rendeva quasi alla pari degli uomini, benché l’uguaglianza non sia una caratteristica delle società Cinesi o Maomettane. Per quello che possiamo determinare, la pura azione creativa del sogno ha determinato una maggiore uguaglianza nella cultura, così come il pensiero riflessivo ha prodotto più uguaglianza nella nostra società.

In Occidente, i pensieri che facciamo mentre dormiamo rimangono di solito confusi, infantili o psicotici, perché non consideriamo i sogni come socialmente importanti e non includiamo il sogno nel processo educativo. Mi sembra che questa negligenza sociale nei confronti del lato creativo del pensiero riflessivo umano sia imputabile a un’educazione carente.

(Pubblicato con l’autorizzazione della signora Stewart)

Traduzione di Stefania Persano

Kilton Stewart (1902-1965) è stato un antropologo, psicologo e psicoterapeuta americano. Dopo aver viaggiato agli inizi degli anni Trenta in Giappone e Filippine, nel 1935 svolge ricerca sul campo in Malesia per indagare la psicologia del sogno, coniugando dunque ricerca psicologica e antropologica. Continuerà a viaggiare negli anni Trenta, e dopo aver praticato la psicoterapia negli Stati Uniti, negli anni Sessanta fonda The Stewart Foundation of Creative Psychology.

Parole chiave: Senoi; sogno; Malesia; educazione comunitaria; elaborazione onirica